Alessandro II Romanov

Alessandro II Romanov– Zar dal 1855 al 1881    

Figlio maggiore di Nicola I è conosciuto come un riformatore che tenta di rinnovare la cristallizzata società Russa. Il primo anno del suo regno Alessandro lo dedica alla prosecuzione della guerra di Crimea e, dopo la caduta di Sebastopoli alle trattative di pace.

Questi avvenimenti aprono la strada al periodo delle riforme più radicali, appoggiate dall’opinione pubblica ma applicate con principio autocratico: il governo di Nicola I, che ha sacrificato tutti gli altri interessi per fare della Russia una potenza militare, ha dimostrato la sua inefficienza durante la guerra di Crimea.

Un nuovo sistema è necessario e quindi deve essere adottato. Malgrado sia un attento guardiano dei diritti e dei privilegi autocratici e resista ad ogni tentativo di forzargli la mano Alessandro tende a darsi un’immagine, durante la maggior parte del suo regno, di un sovrano costituzionale di stampo europeo.

Subito dopo la fine della guerra di Crimea promulga una serie modifiche alla legislazione dell’industria e del commercio che hanno come conseguenza la nascita di un grande numero di Compagnie a Responsabilità Limitata. Nello stesso tempo viene redatto un piano per la realizzazione di una grande rete ferroviaria sia per migliorare lo sfruttamento delle risorse naturali che per incrementare il potere di attacco e difesa dell’esercito.

Ulteriori progressi sono però bloccati da un formidabile ostacolo: l’esistenza della servitù della gleba. Alessandro mostra subito di voler prendere di petto questo problema, che il padre ha sempre preferito accantonare.

Prendendo spunto da una petizione presentata dai proprietari terrieri delle province polacche e lituane e sperando che le loro relazioni con i servi possano essere gestite in modo più soddisfacente (intendendo il termine nei sensi della soddisfazione dei proprietari) lo zar autorizza la formazione di comitati “per il miglioramento delle condizioni di vita dei contadini” ed illustra i principi in base a cui devono essere effettuati i miglioramenti.

Questo passo è seguito da uno ancora più importante. Senza consultare i suoi soliti consiglieri Alessandro ordina al ministro dell’interno di inviare una circolare ai governatori della Russia Europea con le istruzioni inviate al governatore generale della Lituania. La circolare loda le, presunte, intenzioni patriottiche dei proprietari terrieri della Lituania e suggerisce ai proprietari delle altre province di formulare analoghi propositi.

L’obiettivo è presto raggiunto, in tutte le province ove vi sono servi della gleba vengono formati i comitati per l’emancipazione. La questione dell’emancipazione dei servi solleva un gran numero di spinosi problemi in quanto non si tratta di una questione umanitaria risolvibile con un ukase imperiale bensì di cambiare radicalmente gli equilibri politici e sociali della Russia.

Alessandro ha una conoscenza minima di ciò che è necessario per condurre in porto felicemente una simile operazione che vede come la semplice scelta tra due possibili strade. Molti consigliano allo zar di trasformare i servi in lavoratori agricoli dipendenti dal punto di vista economico e amministrativo dai loro datori di lavoro mentre altri sostengono la loro trasformazione in proprietari indipendenti.

L’imperatore da il suo supporto alla seconda soluzione ed i contadini russi di conseguenza acquisiscono, almeno formalmente, diritti e privilegi persino maggiori degli altri contadini europei. In realtà tutta l’operazione di riforma agraria conseguente si avvierà con tempi così lenti che nel 1914 solo una minima frazione degli ex servi è diventata realmente proprietaria.

Il 3 marzo 1861, nel sesto anniversario dell’incoronazione di Alessandro II, la legge di emancipazione è firmata e pubblicata. A questa seguono altre riforme: la riorganizzazione dell’esercito e della marina; un nuovo sistema giudiziario basato sul modello di quelle della Francia , introdotto in questa nel 1864; un nuovo codice penale ed una semplificazione nella procedura civile e penale; un elaborato schema di autogoverno locale per i distretti rurali (1864) e le grandi città (1870) con assemblee elettive con limitati poteri di tassazione; una nuova polizia rurale sotto il controllo diretto del ministero degli interni.

Queste nuove istituzioni pur migliorando alcune situazioni non sono sufficienti per modificare i reali rapporti tra le classi nella cristallizzata società russa, società segrete vecchie e nuove continuano ad operare mentre dall’occidente giungono nuove idee come l’anarchismo ed il socialismo. Alessandro risponde a tutto ciò alternando repressione e promesse di ulteriori riforme.

All’inizio del suo regno Alessandro afferma, in riferimento a polacchi, ukraini, lituani, livoni bielorussi, “nessun sogno” riguardo a possibili movimenti indipendentistici. La conseguenza è la rivolta del gennaio 1863 che viene repressa dopo un anno e mezzo di combattimenti. Migliaia di polacchi vengono giustiziati e decine di migliaia deportati in Siberia. Il prezzo che la Russia paga per aver mano libera nei confronti delle nazionalità non russe è l’appoggio all’unificazione della Germania da parte della Prussia.

Tutti i territori polacchi e lituani sono esclusi dalle riforme introdotte da Alessandro. In Lituania la legge marziale introdotta nel 1863 viene abolita solamente 50 anni dopo. Le lingue nazionali di Lituania, Ukraina e Bielorussia sono assolutamente proibite nei testi scritti mentre il polacco è vietato sia come lingua scritta che parlata in tutte le province tranne che nel Ducato di Varsavia.

Proprio il giorno della firma del decreto, il 13 marzo 1881, di soppressione delle lingue non russe, Alessandro II cade vittima di un attentato da parte di un’anarchico.

Mentre transita per la strada centrale di San Pietroburgo, nei pressi del Palazzo d’Inverno viene ferito mortalmente dall’esplosione di una granata costruita manualmente e muore poche ore dopo.

Gli attentatori fanno parte del gruppo rivoluzionario Naradnaya Volya (Speranza del popolo) che spera che l’azione inneschi una rivoluzione sociale. I membri del complotto sono arrestati e giustiziati mentre l’esecutore materiale, il polacco Ignacy Hryniewiecki muore durante l’azione.

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