Storia della Turchia

In Turchia, a Catalhoyuk (nell’Anatolia centrale) sono stati scoperti i resti dei primi abitanti dell’era neolitica risalenti a circa 6000/6500 anni fà, è probabilmente la prima città del mondo

  • La Turchia fu il campo di battaglia di guerre storiche, gli Ittiti si scontrarono con l’Egitto di Ramsete II conquistando la Siria , nel 1250 a.C.
  • Gli Achei attaccarono Troia e cominciò il declino degli Ittiti, anche a causa degli attacchi sempre più frequenti che provenivano dai popoli delle isole della Grecia e altri piccoli Stati.
  • Dal 550 al 530 a.C., la Persia, invase l’Anatolia da est. I persiani furono poi sconfitti da Alessandro Magno nel 330 a.C.
  • Alessandro Magno, arrivato dall’occidente, prende il controllo del Asia Minore conquistando tutto il Medio Oriente fino all’India. Dopo la sua morte, due dei suoi generali si dividono l’Asia Minore. Lisimaco occupa la regione egea, Seleuco invece il centro, oriente e sud-oriente.
  • In seguito alle guerre tra i generali di Alessandro Magno la geografia politica dell’Anatolia cambiò: il Regno di Pergamon in Egeo, il Regno dei Ponti nella regione del Mar Nero e Catpatuca in Anatolia Centrale furono le più grandi civiltà dell’Anatolia fino all’arrivo dei romani.
  • Nel 279 a.C., Ankara divenne la capitale durante i regni seleucide, pontico, armeno e di Pergamo.
  • Il dominio Romano fece si che per circa tre secoli ci fosse una discreta prosperità e pace, creando condizioni e presupposti per la diffusione del cristianesimo, San Paolo, percorrendo tutta l’Anatolia, diffondeva la parola di Cristo.
  • Efeso fu la capitale d’oriente di Roma, San Giovanni, dovrebbe aver scritto ad Efeso il IV Vangelo e accompagnò la Vergine Maria nel suo viaggio fino al monte Usignolo (Efeso), dove, in una modesta casetta (Meryem ana Evi), è restata fino alla morte.
  • Verso il 250 d.C., l’Impero Romano ebbe un declino, nel 324 d.C, Costantino ridiede nuovo vigore all’Impero e progettò la nuova capitale, chiamandola prima Nuova Roma e poi Costantinopoli. L’Impero Bizantino durò più di mille anni (330-1453 d.C.) Costantinopoli divenne una città ricca e potente.
  • Giustiniano (527-65) portò l’Impero d’Oriente al suo massimo splendore. L’eredità delle molte culture fanno della Turchia un paradiso di ricchezza storica e culturale inestimabile. Hattis, Ioni, Urartici, Lidi, Frigi, Ittiti, Lici, Persiani, Romani, Macedoni, Bizantini, Selgiuchidi e Ottomani lasciarono degli importantissimi contributi alla storia della Turchia. Ancora oggi possiamo ammirare le magnifiche opere che, ogni singola civiltà e cultura, hanno lasciato in eredità con gli antichi siti e rovine sparsi in tutta la Turchia.
  • Nel 570 nacque Maometto, che segnò l’inizio di uno dei capitoli più stupefacenti della storia. Dopo sessant’anni che Maometto sentì la voce di Dio, cioè cinquant’anni dopo la sua fuga dalla Mecca, l’esercito Islamico conquistò Costantinopoli.
  • Il 19 agosto 1071, presso la località anatolica oggi denominata Malazgirt vicino il lago Van, le forze del sultano Alp Arslan sconfissero quelle dell’imperatore bizantino Romano IV Diogene. La vittoria permise ai Selgiuchidi di sottrarre per sempre al controllo bizantino l’Anatolia orientale, l’Armenia e la Cappadocia .
  • L’Impero Ottomano sorse alla fine del XIII secolo, nel 1301 Osman I fonda L’Impero Ottomano che, nel 1453, conquistò Costantinopoli.
  • Con Solimano il Magnifico (1520-66) l’impero raggiunse il massimo splendore, fu ricostruita Gerusalemme e fu ingrandita Costantinopoli. L’impero Ottomano durò cinque secoli, nel 1585 cominciò il lungo declino dell’impero.
  • Nel XIX secolo iniziarono rivolte e guerre d’indipendenza. Nel 1832 si formò il regno di Grecia e negli anni successivi lottarono per l’indipendenza anche i serbi, i bulgari, i romeni, gli albanesi, gli armeni e gli arabi.
  • La Turchia entrò in guerra (prima guerra mondiale) a fianco dei Tedeschi e degli Austriaci, con la sconfitta nella guerra perdono la maggior parte dell’Anatolia a favore degli Alleati (Inghilterra, Francia, Grecia, Italia, Russia) che con i trattati di pace del 1919/20 disgregarono quello che era stato il grande impero turco. La città di Istanbul, Irak e Palestina andò agli Inglesi, la Mesopotamia (Siria e Libano) ai Francesi, la regione del mediterraneo agli Italiani, la regione dell’Egeo ai Greci e l’Anatolia Orientale ai Russi.
  • La Turchia moderna è la “creatura” di un giovane militare di nome Mustafa Kemal (Salonicco 1881 – Istanbul 1938), che lasciate le armi, guidò la lotta di liberazione della Turchia dagli invasori stranieri. Mustafa Kemal detto Ataturk (Padre dei Turchi) fondò la Repubblica di Turchia il 29 Ottobre 1923. Ataturk fu il primo presidente della repubblica dopo la Rivoluzione. Con l’appoggio di un governo guidato da Ismet Inònù, Atatùrk avviò la Turchia verso la pace, la stabilità , lo sviluppo economico e verso la completa modernizzazione con una serie di riforme e una radicale modernizzazione del paese, fondata in primo luogo sulla laicizzazione.
  • Il 3 marzo 1924 venne abolito il califfato; i tribunali religiosi e le scuole coraniche sostituite da scuole di stato, un sistema educativo basato su patriottismo e laicismo, vennero messi al bando gli ordini dei dervisci, e nella costituzione fu eliminato il riferimento all’Islam quale religione di stato, furono aboliti la poligamia e il fez, nel 1934 l’uso del cognome fu reso obbligatorio, estese il diritto di eleggibilità alle donne.
  • Il motto di Ataturk era: pace in casa, pace nel mondo.
  • Il successore di Ataturk, Ismet Inon, riuscì a fatica a tenere la Turchia fuori dalla seconda guerra mondiale (vi entrò solo alla fine, contro la Germania, praticamente senza nessuna azione militare) e a garantire il passaggio verso la democrazia. Dalla fine della guerra ad oggi le forze armate hanno compiuto tre colpi di stato: nel 1960 (rovesciamento del governo Menderes), nel 1971 (“golpe del memorandum “) e nel 1980 (rovesciamento del governo Demirel).
  • L’esercito ha spesso condizionato anche l’attività dei governi regolarmente costituiti attribuendosi, forse a ragione, un ruolo determinante nella creazione dello stato Turco, è infatti grazie all’appoggio dell’esercito che Mustafà Kemal ha potuto fondare la Republica Turca, senza il loro appoggio Kemal non avrebbe potuto sconfiggere i greci e costringere gli altri contingenti di occupazione a lasciare l’Anatolia, ne avrebbe potuto sconfiggere il sultano e abolire il califfato, va detto però che l’esercito turco non fece nessun colpo di stato per guidare il paese, ogni volta ha restituito ai civili la guida del paese dopo pochi giorni.
  • Fino alla morte di Mustafà Kemal, moltissime posizioni chiave nel governo e nella pubblica amministrazione furono tenute da ufficiali o ex ufficiali. Durante la guerra, il capo di Stato Maggiore, generale Fevzi Cakmak, ebbe un ruolo di grandissimo rilievo nella gestione della difficile neutralità , ed aveva formale e sostanziale precedenza sui ministri.
  • Negli ultimi anni la vita politica turca è stata segnata da coalizioni di governo molto instabili e sono rinati i movimenti della destra religiosa. All’inizio del 1998 la Corte Costituzionale ha messo al bando l’ex primo ministro Necmettin Erbakan e il Partito del Benessere, di orientamento islamico, che stava cercando di minare lo status laico e democratico del paese.
  • Le aspirazioni della Turchia ad entrare nell’Unione Europea sono state a lungo ostacolate da numerose violazioni dei diritti umani, dalla corruzione diffusa, dall’economia instabile e dalla questione curda. Il separatismo curdo è uno dei problemi più scottanti della politica turca.
  • Fin dalla disgregazione dell’Impero Ottomano, il governo turco ha tentato un’assimilazione forzata: (ufficialmente non esistevano curdi, erano solo turchi che vivevano sulle montagne, e quindi le loro disagiate condizioni sociali ed economiche erano a causa della inaccessibilità dei loro territori) fu proibito l’uso, scritto e parlato, del curdo ed ogni altra manifestazione della cultura e del folklore di quel popolo.
  • Negli anni ’80, i guerriglieri curdi di Siria, Iraq e Iran, con l’appoggio dell’OLP, organizzarono spedizioni in territorio turco: migliaia di civili e di militari persero la vita. L’ingresso in Turchia di migliaia di profughi curdi in fuga dall’Iraq (in seguito alla repressione da parte dell’esercito iracheno, che usò armi chimiche, e della guerra del golfo) ha riportato la questione curda in primo piano. Nel febbraio 1999, con l’arresto di Abdullah Ocalan, leader del PKK curdo, i turchi si sono rimessi sul piede di guerra. Il PKK, dal canto suo, ha minacciato attentati ai turisti allo scopo di danneggiare l’economia turca.
  • Il 17 agosto 1999 la Turchia è stata devastata da un terremoto che ha fatto 17.000 vittime e circa 200.000 i senza tetto, un’altra grave scossa di terremoto c’è stata tre mesi dopo. Il governo del premier socialdemocratico Bulent Ecevit, eletto nell’aprile 1999, non è stato in grado di affrontare la situazione di crisi. Colpito nell’estate del 2002 da una grave malattia, Ecevit ha rifiutato di ritirarsi e di aprire la strada a un successore, provocando le dimissioni di molti esponenti della coalizione di governo.
  • Il partito islamico Giustizia e sviluppo (Akp) di Recep Tayyip, forte della vittoria alle elezioni amministrative del 28 marzo 2004, ha preso la guida del paese e avviato un vasto piano di riforme per portare la Turchia ad adeguare i parametri politici ed economci dell’Unione Europea. L’obiettivo del Primo Ministro è l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, (osteggiato da Francia e Germania, inoltre i due commissari europei, Frits Bolkestein (olandese) e Franz Fischler (austriaco), hanno duramente criticato l’ipotesi dell’adesione turca all’Unione Europea per il “rischio di una islamizzazione dell’Europa”) il desiderio di Ankara di entrare a far parte dell’Unione dura ormai da 40 anni..
  • Tra i provvedimenti presi dalla Turchia negli ultimi anni, c’è la riduzione del ruolo del potere militare nella vita politica del paese (approvata dal parlamento nel 2003), e la parziale amnistia concessa ai membri del PKK, molti dei quali si erano rifugiati nell’Iraq settentrionale.
  • Nel 2004, per la prima volta, la televisione turca ha trasmesso un programma in lingua curda e il governo ha liberato dal carcere quattro attivisti curdi. La Turchia ha inoltre abolito la pena di morte, tranne che per alcuni delitti di particolare gravità .
  • Il trattato di associazione stipulato con la CEE risale al 1° dicembre 1964 ed è stato firmato in vista della piena adesione. Solo nel 1987, però, la Turchia è riuscita a conseguire in via ufficiale lo status di candidato all’ingresso nella Comunità . Il 6 ottobre 2004 la Commissione Europea ha avviato i negoziati di adesione con la Turchia, Francia e Germania annunciano a sorpresa che nella seduta del consiglio europeo sosterranno la candidatura turca, il presidente francese Chirac ha però confermato che i francesi potranno porre il proprio veto all’ingresso della Turchia attraverso un referendum. Il 6 ottobre 2004, Guenter Verheugen, Commissario UE, ha presentato alla Commissione Europea un rapporto annuale sullo stato delle riforme attuate dalla Turchia necessarie per recepire l’acquis comunitario. Il rapporto nel complesso risulta positivo, pur restando incompleto, al governo di Ankara vengono riconosciuti i miglioramenti apportati al sistema giudiziario e penale Il 17 dicembre 2004 il Consiglio Europeo chiamato a decidere sull’apertura dei negoziati per l’effettiva entrata della Turchia nell’UE, ha espresso fiducia nel fatto che il paese continuerà a sostenere questo processo di riforma. Ha poi raccomandato alla Turchia di attuare i sei temi identificati dalla Commissione ancora non sufficientemente migliorati e introdotti o modificati nella Costituzione. Il processo continuerà ad essere monitorato dalla Commissione Europea l’apertura dei negoziati avrà inizio il cinque ottobre 2005, anche se la Turchia non entrerà in Europa prima del 2015.
  • Attualmente in Turchia il clima è di nuovo incandescente. La lista degli attentati rivendicati dai Tak, un gruppo Curdo che si è battezzato ”Falchi per la libertà del Kurdistan” comprende bombe collocate in diverse località turche (piazze, centrali di polizia), attacchi ad alcune fabbriche, ultimo dei quali, quello ad una fabbrica di Mersin il 12 luglio 2005. I Tak hanno rivendicato anche l’attacco nella località turistica di Cesme, verificatosi nel mese di luglio 2005. Nel loro manifesto, pubblicato qualche tempo fa, essi rivendicano anche il diritto all’attacco, dichiarando anzi, di essere intenzionati a colpire la Turchia ogni volta che essa attaccherà le popolazioni Curde. Obiettivi dei loro attacchi saranno gli interessi economici, turistici e militari del governo di Ankara. In altre parole, non vengono esclusi i settori turistici nè quelli più strettamente economici (ad esempio le fabbriche) ne tantomeno quelli militari. Le Hpg sono forze che rivendicano il diritto all’autodifesa, come riconosciuto anche dalle convenzioni internazionali, ma rifiutano l’attacco, a differenza dei Tak. Il cessate il fuoco unilaterale proclamato dal Pkk nel 1999 è stato revocato il primo giugno del 2004. Ankara intanto continua le sue operazioni militari nelle zone Curde, e il premier Erdogan ha ribadito tra l’altro che la Turchia ha il diritto di entrare con le sue truppe in territorio iracheno per eliminare la guerriglia Curda. Episodi di scontri mortali continuano ad essere all’ordine del giorno. ·Lo scorso giugno sono morti 17 ribelli maoisti e due curdi durante scontri con l’esercito turco nell’est del paese. Altri scontri sono avvenuti anche a Van al confine con l’Iran, durante i quali hanno trovato la morte ribelli del PKK. I combattimenti, dopo la tregua unilaterale decretata dal 1999 sono ripresi nel giugno del 2004 e da qualche mese si assiste ad una recrudescenza della ribellione. La autorità turche hanno definito i combattimenti come i più violenti di questi ultimi anni ritenendo anche che il Tak faccia parte del Pkk e che sia solo ”un paravento” che permette di attaccare obiettivi civili senza danneggiare l’immagine del Partito dei lavoratori del Kurdistan. Il PKK d’altro canto in un comunicato si è dissociato dagli episodi di violenza degli ultimi tempi e in una dura nota ha condannato gli attacchi

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Meryem Ana Evi

La Casa di Maria (Meryem Ana Evi), è un santuario cristiano ubicato sul monte Solmisso a circa 6 km a sud dell’antica Efeso, nell’attuale Turchia occidentale. È considerata l’abitazione dove visse per circa 9 anni, attorno alla fine della prima metà del I secolo Maria, madre di Gesù, affidata da Gesù ai piedi della croce, all’apostolo Giovanni.

Le fondamenta del piccolo edificio sono state scoperte il 18 ottobre 1881 dal Padre Lazzarista parigino Julien Gouyet sulla base delle indicazioni contenute nei diari delle visioni, trascritti dal poeta Clemens Brentano, della mistica beata Anna Katharina Emmerick. Le rovine sottostanti sono state effettivamente datate al I secolo ma non vi è modo di avere la certezza storiografica che nell’edificio vi abbia dimorato la Vergine Maria Madre di Dio. La tradizione, anche della popolazione del luogo, sia di religione cristiana che mussulmana, fa riferimento a questo sito, come il luogo ove è avvenuta la “dormizione di Maria Santissima” e la sua conseguente Assunzione al Cielo nella Gloria, diversamente da quanto si sostiene in relazione alla Tomba di Maria ubicata a Gerusalemme. In effetti è proprio ad Efeso che viene intitolata la prima basilica della cristianità alla Madre di Dio dove si svolse il primo concilio nel 431 d.c., che sancì la divina maternità di Maria Santissima. L’ apostolo Giovanni dimorò e morì ad Efeso ove è a lui dedicata una grande Basilica di datazione romana, nella antistante isola di Patmos, visibile proprio dal monte Solmisso, fu anche imprigionato durante le persecuzioni di Domiziano. Sembra che dalla Casa parta un percorso (ancora non individuato) verso la cima del monte Solmisso, posta a circa 500 mt di altitudine sul livello del mare, stabilito proprio da Maria, in ricordo della Via Crucis patita da Gesù fino al Monte Calvario a Gerusalemme. Alla fine di questo percorso sussisterebbe una piccola grotta angusta, nella quale gli apostoli posero il corpo incorrotto della Vergine che di li a poco fu assunto in cielo. Un grave incendio nel 2003 ha parzialmente devastato i luoghi attorno al santuario, ove esisteva una folta e fitta vegetazione boschiva ma si è fermato a circa un metro dalla casetta senza danneggiarla. Il sito appartiene ad un’associazione turca cui fanno riferimento i Padri Cappuccini della Provincia dell’Emilia Romagna, custodi del luogo santo fin dal 1966. La chiesa cattolica non si è mai ufficialmente pronunciata ma il sito è stato meta dei pellegrinaggi dei papi Paolo VI (26 luglio 1967), Giovanni Paolo II (30 novembre 1979) e Benedetto XVI (29 novembre 2006).